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Ultimamente i videogiochi, come abbiamo già avuto di ribadire più volte, stanno acquisendo un’importanza sempre maggiore, sia come mezzo d’intrattenimento che sotto il profilo “artistico”, per via della grafica, sempre più curata, al punto tale da essere accostabile ai media e ai prodotti audiovisivi.

Negli ultimi anni, poi, i videogiochi hanno raggiunto un livello di complessità maggiore, con l’invenzione di un nuovo filone, battezzato “avventure narrative”, un derivato delle avventure grafiche molto particolare che pone l’accento, più che sugli enigmi, sulle scelte effettuabili dal giocatore e sulla storia.

Questo tipo di videogiochi si appoggia, solitamente, su trame molto profonde, esempi di questo tipo sono stati già affrontati in alcuni articoli precedenti ma, ogni tanto, è bene ribadire questo genere di argomenti, considerando la crescente evoluzione tecnologica che ci ha accompagnato negli ultimi anni e che non accenna ad esaurirsi.

Questo genere videoludico può essere basato, ovviamente, sia su idee originali sia su licenze acquistate da altri prodotti che, in questo caso, vengono definite IP, cioè proprietà intellettuali.

Anche in questo caso abbiamo già citato titoli di questo genere, come The Walking Dead o Game of Thrones, basati su serie televisive, entrambe, a loro volta, basate su prodotti editoriali di un certo successo, nello specifico un ciclo di romanzi e una serie di fumetti, altri titoli , invece, sono tratti da idee originali, come Life is Strange, primo titolo multipiattaforma della Square Enix che potremmo considerare una sorta di “prestito televisivo” da quello che, in America, viene definito teen-drama, tipico genere televisivo americano che, solitamente, prevede la presenza di ragazzi alle prese con temi e situazioni piuttosto “forti”.

Nei videogiochi di questo tipo, insomma, troviamo un buon compromessi tra le meccaniche videoludiche e la narrazione tipica di altri media ed è probabile che questo rappresenti la naturale evoluzione di un medium tradizionalmente interattivo.